Arredamento Radioattivo? Normative ancora assenti
Le catastrofi nucleari accadute nel 1986 a Cernobyl, trent'anni dopo, a Fukushima hanno posto all'attenzione del consumatore il problema dell'inquinamento nucleare. Nell'ambito della casa, se compro ad esempio un mobile o un parquet o una caldaia che utilizza pellet, come faccio ad essere sicuro che questi prodotti non siano poi radioattivi?
Qualche tempo fa scoppiò lo scandalo del pellet radioattivo. Un cittadino di Aosta notò che il combustibile usato non bruciava bene. Alcune analisi effettuate successivamente constatarono che un carico di pellet "NaturKraft", importato dalla Lituania, risultò contaminato dal "Cesio 137", sostanza radioattiva prodotta dalla detonazione di armi nucleari e dai reattori delle centrali nucleari con valori di radioattività 40 volte superiore al limite legale.
La notizia fece scalpore in quanto più di 700mila stufe in Italia erano oramai alimentate a pellet. La procura di Varese intervenne, e dispose poi il dissequestro delle 10mila tonnellate di pellet confiscate in quanto l’Ente Controllore, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dopo aver analizzato i campioni di combustibile sospettato, rassicurò sulla non rilevanza radiologica dei valori riscontrati e, dunque, sulla non pericolosità per la salute pubblica.
Noi italiani siamo sì tra i primi esportatori al mondo di mobili, ma altresì tra i primi ad importare legno e derivati (es. pannelli in truciolare, MDF, ecc.), soprattutto dai Paesi dell’Est Europa. Sono forse previsti controlli in entrata su questi prodotti? La risposta sembrerà strana ma ad oggi non solo non sono previsti controlli, ma neppure le Associazioni di Categoria del settore o i Laboratori specializzati nei test sui prodotti finiti, interpellati sull’argomento, ne sanno granchè.
L'unica legge (D.Lgs. nr. 23 del 20/02/2009, attuativo della Direttiva 2006/117/Euratom) che disciplina un qualche controllo all’ingresso, assegnato tra l'altro a non meglio specificati "esperti qualificati" indicati in un apposito elenco, riguarda i semilavorati metallici importati da Paesi extra UE. L'obbligo riguarda ovviamente solo chi importa questo materiale, ma i successivi passaggi (es. se poi questo materiale, trasformato in prodotto finito, diventa un lavello da cucina o una cappa d’aspirazione) non sono controllati in alcun modo.
Insomma, il consumatore cosa deve fare per vedersi tutelata la propria salute? Esiste almeno un "bollino", una Certificazione di Prodotto rilasciata da qualche Ente accreditato atta ad assicurare la "non radioattività" dei mobili o componenti d’arredo che s'installano nelle proprie case?
Purtroppo la risposta, ad oggi, è negativa. Neppure prestigiosi marchi forestali quali FSC o PEFC rappresentano una garanzia in tal senso, in quanto i loro protocolli non prevedono espressamente misure di rilevazione della radioattività negli alberi.
Enrico Cappelletti - Ha maturato 15 anni di esperienza presso piccole e medie imprese in Italia ed all'estero, ricoprendo le funzioni di Direttore Vendite, Responsabile Export e fin'anche di Amministratore. Dal 2009 collabora con QualityNet® e ne diviene socio nel 2012, quando l'Azienda diviene Srl. E' co-fondatore di GreenITop.com e da gennaio 2013 ha temporaneamente sospeso il suo ruolo, a favore di un suo contributo al risanamento della politica italiana.